Luoghi di interesse Combai
Questi caratteristici borghi, nonostante la semplicità delle costruzioni, in alcuni tratti formano dei complessi architettonici abbastanza suggestivi, resi ancor più particolari dalla presenza di numerosi cortili interni.
Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti. Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie.
Luoghi di interesse Combai
Questi caratteristici borghi, nonostante la semplicità delle costruzioni, in alcuni tratti formano dei complessi architettonici abbastanza suggestivi, resi ancor più particolari dalla presenza di numerosi cortili interni.
Combai - Il borgo ha origini antichissime. Il nome deriva da Mellìus, il proprietario del fondo (Col de Mèlleris [fundo]): siamo in epoca medioevale, attorno all’anno 950. Si stacca da Pradamur, la cui origine è ancora più vetusta.
Conserva ancor oggi la tipologia della struttura medievale, a corte aperta con il cortile, il pozzo ed il forno promiscui. Le case conservano pressochè tutte la ritonda, i pioi e altri elementi caratteristici.
Ecco come il parroco di Combai descrive borgo Colmellere l’8 dicembre 1762 in una lettera che invia al nuovo cooperatore, che sta per arrivare e vuole informazioni sul paese :
“(..)Borgo Col de Melere ha le case dal numero 44 al numero 67 e vi piacirà subito perché ha de capitelli, l’uno verso Combayo, di San Vitore martire, l’altro dicato alla Madonna del Castagno a Pardolino, proprio sopra, dove v’è un ampio raduro dove si può celebrar messa tant’è detto capitello consacrato e col tabernacolo per conservar l’Ostia consacrata. Esso ha le radici di Combayo ed ha un forno commun per il pane, idem un pozo, un lavatojo, un abbeveratoio, due fontanelli communi, uno di sopra e uno di sotto, ambi con dericto de tuti de andar a prender acqua, un moraro grande e tanti figari. V’è una riva bella di gran poduzione della pereira. A Col de Melere si arriva da quattro viottole . Una da Combayo, una va verso il Roaz e si incrosa la strada per Guietta, una va a Pra’ da Mur e la quarta va in Pardolin. Colà vi stanno i Col de Melere, i Meneghel tutti, i Pieri tutti, i Canzian, i Dalla Vedova, gl’Iseppon tutti, i Pieruzzo tutti. Il Roaz è insoto Col de Melere buta acqua quando piove molte volte e tanto mentre insopra, l’acqua sgorga sempre e rientra in terra. Col de Melere ha quatro cortivi e doi prese per i cavalli. Havaria anche una hostaria dove si sta in Sete e deta in tal modo, che tien tal familia dei Meneghel.(…)”
Davanti alla chiesa Arcipretale, recentemente restaurato è un'antica torre di vedetta, perché situata al centro della vallata, risalente al 1400, facente parte di un sistema difensivo. Ciò è stato provato perché durante i restauri, si è visto che le fondamenta, fatte di sassi, a differenza del campanile costruito in pietra, sono poste di traverso rispetto all'imponente struttura del campanile.
Piccolo, ma vitale centro abitato, circondato da colline situato tra il capoluogo Miane e Premaor. La corona di colline che lo attorniano ne fa un luogo di pace e di isolamento dai maggiori centri abitati. Il paese si sviluppa attorno ad un centro storico, ove si possono notare ancora alcuni caseggiati che ricordano il tempo passato, mentre nuove case stanno sorgendo compenetrandosi con le esistenti. La piazza è dedicata a Marco Casagrande, grande scultore a cui questo paese ha dato i natali nel 1804. Per simpatia verso la cultura, inoltre tutte le vie del paese hanno i nomi di celebri artisti della musica e della scultura.
Campea ha molto da offrire anche dal punto paesaggistico. Le colline e la campagna che la circondano, a seconda della stagione, danno alla passeggiata un intenso cocktail di colori e di profumi.
In onore a S. Andrea, ogni anno a fine novembre il locale Comitato Festeggiamenti organizza la tradizionale sagra. Se poi qualcuno volesse gustare dei buoni piatti locali può recarsi alla Trattoria “All’Edera” dove sarà soddisfatto.
Sentieri
Il tracciato parte dall'abitato di Campea e segue la strada provinciale dei Colli fino alle Grave, dove s'imbocca una strada bianca prima ed una cementata poi. Arrivati alla loc. di Prà di Colpiere la strada si trasforma in un sentiero e raggiunge, attraverso tratti di mulattiera e stradine sterrate, la loc. di Pecol Molin. Passato un ponte sul torrente Campea e percorsa una strada sterrata, dopo 400 m s'incrocia di nuovo la provinciale. Si svolta a sinistra e s'arriva così in piazza a Campea.
Paesaggio Naturale
Paesaggio tipicamente collinare con vigneti e zone a bosco costeggiati da ruderi di casere per il ricovero degli attrezzi agricoli. Vaste aree adibite al pascolo. Vegetazione formata da numerose specie arboree arbustive ed erbacee. Presenza di carpino nero, nocciolo, sambuco, castagno, quercia, ciliegio e betulla.
Approfondimenti
La tradizione vuole che in loc. Pecol Molin esistesse un mulino azionato dalle acque di una sorgente con una cascata di oltre 10 m. Un tempo veniva estratta anche la lignite in particolare nella zona Molinetto - S. Zuanet. Esistevano diversi filoni corrispondenti ad altrettanti periodi alluvionali durante i quali la vegetazione venne abbattuta e coperta dal materiale eroso sui rilievi alpini; fu trasformata in carbone a causa della pressione.
Tappe del percorso
Campea q. 207 - Le Grave - Prà Colpiere q. 375 - Pecol Molin q. 272 - Campea q. 207
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 7,5 Km
dislivello: 168 m.
tempo medio di percorrenza: 3 ore
difficoltà: Facile
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Sentieri
Il percorso inizia in loc. S. Michele e prosegue in direzione di Campea. Arrivati in piazza si percorre via Rossini per 100 m , si svolta sulla sinistra al primo incrocio imboccando una strada bianca che conduce in loc. Pragrande. Oltrepassati due tornanti si cammina in salita fino ad un incrocio, dove s'imbocca sulla destra una stradina tra i vigneti.
Lasciando un vecchio rustico fino a giungere a Case Castello e proseguendo in direzione di Case Miliana si arriva prima in loc. Col Zanin e poi a Premaor. Lasciato il ponte sul Soligo e svoltato a sinistra all'incrocio verso Follina si arriva in loc. Sotto Riva, punto di partenza dell'itinerario 1030 che porta a Zuel di Qua.
Paesaggio Naturale
Il percorso collinare si snoda lungo versanti coperti da vigneti dove sono disseminati rustici. Gelsi allineati lungo i versanti, utili alla bachicoltura, fanno intuire che l'area coltivata a vite era più estesa. Presenza del melo e della roverella.
Approfondimenti
L'abitato di Campea, la cui attuale chiesa risale al 1700, è citato già nel 1473. Anche la chiesa di S. Martino a Premaor è ricordata in un antico documento come dipendente dalla Pieve di Miane; fu poi legata a Campea e fu dichiarata parrocchia solo nel 1948. I pochi parroci rimasti, ormai anziani, non vengono più sostituiti da giovani sacerdoti obbligando i piccoli centri a perdere la propria "autonomia religiosa" e far capo alle pievi che oggi coincidono con i centri comunali.
Tappe del percorso
San Michele q. 307 - Campea q. 207 - Pragrande q. 342 - Case Castello q. 243 - Case Miliana q. 206 - Premaor - Tre Ponti q. 175
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 6 Km
dislivello: 30 m.
tempo medio di percorrenza: 2 ore
difficoltà: Facile
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Luoghi di interesse Miane
La Chiesa e’ stata realizzata dal 1874 al 1878 dall’architetto G. Segusini di Feltre e ing. G.B. Dall'Armi di Montebelluna. Essa costituisce il monumento della insigne munificenza del Vescovo di Ceneda mons. Sigismondo Co. Brandolini Rota, che fu Arciprete di Miane dal 1967 al 1878. Iniziata nel 1874 su disegno del celebre architetto G. Segusini di Feltre, fu proseguita dal 1876 sotto la direzione dell'ing. G.B. Dall'Armi di Monebelluna in seguito alla morte del Segusini. Completata nel 1878 la Chiesa venne consacrata l'anno dopo dallo stesso fondatore mons. Brandolini, divenuto nel frattempo Vescovo.
Descrizione
L'alta facciata, culminante i tre timpani, a mezzo cerchio è ornata di un elegante portale sopra il quale spicca una lapide, fregiata ai lati dal simbolo del sacerdozio e dell'episcopato, a ricordo del suo fondatore. L'interno è ad una sola navata, con quattro cappelle laterali; sull'unica volta, a guisa di ali, si aprono le vele slanciate, accoppiate a quattro finestroni e a due trifore. L'altar maggiore è creazione della ditta Zanette di Vittorio Veneto.Il tabernacolo è vegliato da due graziosi angeli adoranti, che portano la firma di Luigi Bianchi da Follina, ma molti intravedono anche la mano del suo maestro lo scultore Marco Casagrande.
Il quadro della Natività, dietro l'altare, secondo la testimonianza dell'arciprete Bartolini Grazia (1847) è opera disegnata dal Piazzetta ed eseguita a Venezia dal Dall'Oglio, suo discepolo. I bassorilievi in bronzo dell'altar maggiore, inaugurati nel 1981, sono opera di Carlo Balljana. Sopra gli ingressi delle sacrestie spiccano due grandi quadri provenienti dalla vecchia chiesa: la Natività della Madonna e la Purificazione della Beata Vergine, opera quest'ultima del Bellucci di Soligo. Sulle pareti del Coro altre due tele di autore ignoto, una presentazione al Tempio ed un Vescovo in processione. La Pala dell'Altare di San Pietro è ancora un dipinto attribuito al Dall'Oglio e rappresenta al consegna delle Chiavi del Regno. L'altare di Sant'Antonio presenta una pregiata ancona lignea (1650 circa) con i Santi Antonio, Valentino e Lorenzo. Quest'ultimo patrono secondario della Parrocchia. La Cappella del Rosario, infine custodisce l'immagine della Madonna pellegrina, dedicata agli emigranti, uscita da un laboratorio della Valgardena. L'organo è opera di Gaetano Callido.
Note
Davanti alla Chiesa precedentemente restaurato vi si trova il Campanile, che anticamente, era una torre di vedetta risalente al 1400 facente parte di un sistema difensivo e di controllo sulla Vallata. Durante i restauri è stato possibile prendere visione di antiche fondamenta in sassi.
Luoghi di interesse Campea
La chiesetta è in stile rinascimentale, di forma elissoidale. Le paraste interne hanno carattere ornamentale e sono sormontate da capitelli dorici. La trabeazione è semplice e liscia con cornicione riccorente sopra le paraste per tutto l'interno, sospeso soltanto sopra la porta centrale da una finestra ovale. Sopra la porta lateriale sul fianco destro di chi entra, è collocato il ritratto del Vescovo Bellati, opera dello scultore Casagrande. Il fonte battesimale è opera di locali artigiani. Nel plafone centrale l'artista Andrea Zanzotto di Pieve di Soligo ha rappresentato Sant'Andrea con Sant'Antonio Abate. Bellissimo altare tabernacolo ligneo in stile barocco con numerosi bassorilievi.
Di notevole interesse un crocefisso professionale del XVIII sec. attribuito al Brustolon.
Note
Fu costruita nel 1700 e consacrata, come ricorda una lapide nel 1863. Nel 1937 cessò di essere succursale di Miane e fu eretta in parrocchia dal Vescovo Beccegato.
Luoghi di interesse Combai
La chiesa più volte restaurata, ampliata e trasformata. Vi si conserva una Pala secentesca della SS. Trinità di autore ignoto, databile intorno alla fine del ' 600. L'edifico a pianta rettangolare a tre navate e la facciata a capanna, ha un solo portale di ingresso sormontato da un timpano con una iscrizione del 1737.
Note
Una chiesetta, dedicata a Santo Stefano protomartire, esisteva già nel 1475 come risulta dalla relazione della visita pastorale del Vescovo Trevisan. Un piccolo oratorio, nucleo primitivo della chiesa attuale, venne consacrato nel 1610. Nel 1475 la chiesa figurava come cappellania della Pieve di Miane. Divenne curazia nel 1616 e parrocchia nel 1751.
Luoghi di interesse Combai
Situata sull'omonimo colle in semplice stile neoclassico di fine ottocento è dedicata alla Madonna Addolorata.
Luoghi di interesse
L'oratorio, esistente già nel 1300 e meta un tempo delle "rogazioni", si trova in un luogo ameno, coltivato a vigneti. Si dice che i frati conversi dell'Abbazia di Follina, dopo aver pregato con i contadini in località "Serra" rimanevano in questa chiesetta a riposare.
Luoghi di interesse
E' la prima chiesa arcipretale di Miane risalente al 1300. La chiesa viene citata per la prima volta negli scritti del Monastero di Follina del 1310 e qualche decennio più tardi figura come giustpatronato del celebre sacerdote Jacobino da Miane. Fu ristrutturata nel 1708 e restaurata nel 1976. Subì durante il primo conflitto mondiale, seri danni in quanto fu adibita a cinema per i soldati e successivamente a stalla per i cavalli.
Descrizione
La facciata in pietra bianca è volta ad occidente. L'interno, a navata unica termina in un coro ed è a capriate scoperte. Altare e tabernacolo risalgono probabilmente al ' 700, epoca in cui fu eretto anche il campanile. Sullo sfondo del coro un dipinto ad olio raffigurante i Santi Pietro e Paolo di ingenua fattura. Più pregevole appare il quadro dell'Annunciazione con la riquadratura fregiata dai Santi.
Note
Fino al secolo XVIII° la chiesa possedeva un anti portico con funzioni di ricovero dei pellegrini.
Luoghi di interesse VIsnà
Costruita nel 1300 per invocare protezione contro la peste; S. Vito con S. Sebastiano e S. Rocco sono raffigurati in una pala dei 1500-
Luoghi di interesse Vergoman
Menzionata in una visita pastorale del 1544, conserva opere del Frigimelica e del pittore Rossi.
Frazioni e Localita
Combai si trova in una splendida posizione panoramica, abbarbicato ai piedi delle Prealpi circondato da maestosi castagni e secolari vigneti. Dal centro del paese partono numerosi sentieri naturalistici che danno la possibilità si immergersi nella natura più vera, sono: il n. 992 “Troj de la Rota”, il n. 1024 “Sentiero dei Marroni” e il n. 1025 “Strada del Verdiso”.
A pochi passi si possono ammirare l’Abbazia Cistercense di Follina (XIII sec.), il Castello Brandolini Colomban a Cison di Valmarino, il Molinetto della Croda a Refrontolo, l’antica Pieve di San Pietro di Feletto, i Castelli Feudali di Susegana e Collalto, il Santuario della Madonna del Carmine a Miane. Da non perdere un giro lungo la Strada del Vino Prosecco, passando fra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene.
Sentieri
Da Forcella della Fede il percorso segue una recinzione che delimita il pascolo e raggiunge la cima del M. Prà Galaro. Percorre poi il confine comunale tra Follina e Miane e parte da Col de Varnada per scendere verso Pianaz di Villa di Villa la Val d'Arch. A 1 km dalla F.lla della Fede il sentiero segue una mulattiera che prosegue in una conca ed arriva ad un incrocio a q. 1225. Sulla sinistra si diparte una mulattiera che porta a Casera Varnada; da qui si prosegue in piano e dopo 750 m il sentiero vira verso nord. Seguendo la strada forestale ed il sentiero s'arriva a M. Canidi prima e a Casera dei Banchella poi. Una vecchia mulattiera che scende sul fondo della Val Grande incontra di nuovo la strada forestale che conduce all'antica osteria di Praderadego.
Paesaggio Naturale
Alcune specie erbacee quali l'asfodelo ed il veratro testimoniano l'intenso sfruttamento di questi luoghi. Vegetazione spontanea costituita da faggi, castagni, betulle, carpini neri, e noccioli; rimboschimenti artificiali, in cui le piante disposte geometricamente hanno la stessa età, di abeti rossi. Unico ponte naturale nella Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane quello della Val d'Arch, la cui genesi è dovuta ad erosione da parte dell'acqua e da crolli successivi.
Approfondimenti
Notevole valore storico, oltre che naturalistico, riveste il ponte di Val D'Arch, punto topografico soggetto a diatribe per motivi di confine fin dal 1369 tra gli abitanti di Mel e quelli di Miane. Tali contrasti sono stati risolti nel 1838, come testimonia la lapide incisa sul ponte.
Tappe del percorso
Forcella della Fede q. 1260 - Canidi - Praderadego q. 910
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 5 Km
dislivello: 350 m.
tempo medio di percorrenza: 2 ore
difficoltà: Media
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Luoghi di interesse
Il "Capitel Vecio" di Miane è la prima genesi del Santuario del Carmine. Tuttavia sono sorte alcune leggende in merito. Una di queste narra che alcuni pastori incontrarono la Madonna nei pressi del "Landrel" che comunicò loro un messaggio a noi sconosciuto. Poi un pastore scolpì una statuetta in legno in suo onore.
Un'altra tradizione vuole che la statuetta sia giunta dall'oriente. La Beata Vergine stessa avrebbe indicato, più tardi, il luogo in cui desiderava fosse inalzata una chiesetta in suo onore. La leggenda narra che in un freddo inverno, i pastori avessero trovato, segnato sulla neve, il perimetro di un tempietto; un'altra leggenda dice che il luogo sarebbe stato indicato dall'inaridirsi improvviso di tre castagni.
La data di tali eventi risale al lontano 1100 ma il primo nucleo dell' attuale santuario è del 1683. Poiché la parete di fondo del "Capitel Vecio" è affrescata con una Madonna in trono e Santi laterali sorge il dubbio se le pitture siano precedenti alla statua. E' un bel dilemma che pone non pochi dubbi sull'età dell'edificio; dubbi ancor più accentuati dai contrasti stilistici delle pitture, barocca e medievale.
Ci sono poi sovrapposizioni pittoriche di altre mani e sovrapposizioni arabesche a tempera con stampini chiaramente di epoca recente. L'edificio presenta un tetto a capanna con volta a botte. A causa del tempo, gli affreschi e la struttura dell'edificio si sono via via rovinati, ma è in programma un progetto di ristrutturazione.
Luoghi di interesse
Fatta costruire a donne, vecchi e bambini di Combai durante la prima guerra mondiale dal Genio Militare Austriaco, saliva verso la montagna e serviva a trasportare più agevolmente cannoni ed armi nei punti più alti (sono ancora visibili interi tratti ciottolati).
Luoghi di interesse
In località "Forca", sono le antiche carceri della Valmareno; l'edificio, di proprietà privata, è costruito in pietra ed è composto da due celle con soffitto a volta; sono profonde 5,90 metri e larghe dai 3 ai 4 metri ed. illuminate da una finestrella posta sopra la piccola porta d'entrata.
Luoghi di interesse Combai
Luogo di anfratti naturali molto caratteristico.
Frazioni e Localita
Miane, capoluogo comunale, è formato da tre grosse borgate (Miane, Visnà, Vergoman) situate nella verde convalle in cui termina la Vallata, prima della sella di Combai. Alle spalle del paese, verso le vette prealpine salgono diverse vallette cosparse di “cason”, fienili e stalle, segnali tangibili delle attività a cui, per molto tempo, si sono dedicati i Mianesi: agricoltura, allevamento ed alpeggio. Più in alto, le cime dai nomi antichi e suggestivi: il monte Crep (m. 1346), la Croda Maor, Salvedela (m. 1286), il monte Corno, il Cimone (m. 1438). Da queste vette nelle giornate limpide, si può scorgere, ad occhio nudo, la laguna veneta.
Miane, antico “pagus” romano, deve forse il suo nome ad “Aemilius”, un veterano romano. La Pieve di S. Maria di Miane risalirebbe all’VIII-IX secolo, ancora prima della fondazione del monastero di Follina (sec. XII). Dalla Pieve di Miane dipendevano le cappelle circostanti di Visnà, Vergoman, Combai, Campea, Premaor e Col. Nel basso Medioevo importanti erano i rapporti socioeconomici con l'abbazia di Follina. Dal 1100 Miane fece parte del feudo della Valmareno e ne seguì gli ordinamenti fino alla caduta della Repubblica Veneta, nel 1797; durante la successiva dominazione austriaca dipese da Valdobbiadene.
Ai pesanti tributi in vite umane, stenti e distruzioni delle due guerre mondiali seguirono i duri anni dell’emigrazione a cui dovettero ricorrere molti Mianesi. Un riferimento all’anno 1956 può dare l’idea dell’importanza del fenomeno: su 3735 abitanti, quasi 1000, tra stagionali e permanenti, lavoravano all’estero. Ma con gli anni Sessanta, iniziò il lento ritorno, con la ripresa economica, le tante casa da costruire, l’avvio verso un certo benessere.
Sentieri
Il sentiero parte da Visnà e raggiunge il santuario della Madonna del Carmine. Si sale attraverso un bosco e, superata una curva sulla sinistra, si prende un sentiero sulla destra che conduce sul fondo di una profonda incisione. Si risale sul fianco opposto fino a due casere e si continua poi per un rimboschimento fino alle Casere Prade. Nei pressi di un'opera di presa d'acqua datata 1892 s'incontra il sentiero che conduce al bivio di q. 735, dove si gira a sinistra per raggiungere la cresta che collega il M. Corno con il M. Prenduol. Lì s'incontra un altro sentiero proveniente da sinistra e risalendolo si passa sotto le pareti del M. Crep fino ad arrivare alla Forcella della Fede.
Paesaggio Naturale
Le rocce presenti nel tracciato costituite da dolomia biancastra favoriscono il fenomeno carsico, come testimonia la cavità detta "Spelonga del romit" (romit:eremita) che si sviluppa per una profondità di 15 m. Il suggestivo paesaggio formato da tale dolomia è detto "città di roccia". Bosco costituito da castagni, ciliegi, betulle, larici, pini neri, frassini, noccioli, querce, faggi e carpini neri.
Approfondimenti
Si narra che l'immagine della Madonna col Bambino fosse apparsa a dei pastori, e che uno di questi avesse scolpito una statuetta in una grotta. Altri raccontano che questa fosse un regalo da parte di un pellegrino in Terra Santa. Si pensò al trasferimento della Madonna in paese, ma poiché troppo pesante si decise di costruire un santuario lungo il percorso e così nacque la Madonna del Carmine. Nel corso degli anni subì modifiche. Nelle stalle dei cortili in inverno si faceva il Filò, raccontando fiabe e tessendo la lana dopo il lavoro. Era inoltre un'ottima occasione per corteggiare le ragazze, sotto gli occhi non indiscreti delle famiglie.
Tappe del percorso
Miane - Visnà q. 250 - Madonna del Carmine q. 476 - C. re M. Corno q. 943 - Bivio q. 1231 - Forcella della Fede q. 1260
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 4,7 Km
dislivello: 1000 m.
tempo medio di percorrenza: 2,5 ore
difficoltà: Media
periodo: Tuttol'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Sentieri
Il sentiero parte da Miane e prosegue lungo una strada bianca fino all'incrocio con una mulattiera che viene seguita lungo una valletta fino all'incontro con un altro sentiero. Si entra poi in una pecceta di circa 70 anni e dopo poco tempo si giunge vicino ad una lama ben scavata. Attraversando i prati di Pianezze fino ai ruderi e alla Forcella delle Crepe. Proseguendo lungo un sentiero scivoloso s'arriva alle casere di Col d'Agre, dalle quali si può ammirare il panorama della valle di Faè, Valmareno e Follina. Attraversato il bosco e superata una recinzione si arriva al termine dell'itinerario.
Paesaggio Naturale
Lungo il tracciato un gran numero di specie vegetali tra le quali il nocciolo, il castagno, l'orniello, il pioppo, il pino, l'abete rosso, il ciliegio, il pino ed il larice. Il legno del nocciolo veniva utilizzato per ricavare dell'ottimo carbone e per piccoli lavori artigianali. Tra la fauna minore: scoiattoli, ghiandaie, fagiani e colombacci.
Approfondimenti
Il latte lavorato in malga veniva scaldato e fatto coagulare grazie all'aggiunta del caglio. Era versato poi su forme di legno (scatoi) e dal siero salato si otteneva la ricotta (puina). Il burro veniva invece ricavato versando la panna in un cilindro di legno chiuso da un coperchio con un foro in cui si inseriva il mazzuolo per condensare la panna. I prodotti così ottenuti servivano, oltre al consumo, anche da merce di scambio. Frequenti le liti per la determinazione dei confini tra pascoli privati e pubblici.
Tappe del percorso
Miane q. 255 - Mulattiera q. 490 - Pianezze q. 829 - Col d'Agre q. 1180 - Forcella della Fede q. 1260
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 6,25 Km
dislivello: 1000 m.
tempo medio di percorrenza: 3 ore
difficoltà: Media
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking, cannocchiale
Luoghi di interesse Miane
Di notevole valore storico e paesaggistico questo arco roccioso si erge all'impovviso a sbarrare la parte centrale della valletta che scende dal Monte Crep verso il Pianez di Villa. Si tratta di un ponte naturale, unico del suo genere, la cui genesi è dovuta all'azione di erosione da parte dell'acqua e ai crolli successivi in corrispondenza di alcune fratture che hanno interessato la roccia.
Note
Il ponte fu oggetto di diatribe millenarie fra gli abitanti di Mel e quelli di Miane fin dal 1369 per la definizione dei rispettivi confini. Lo storico Stefani ritiene che alla base di questo problema ci fosse il celebre testamento di Sofia dia Colfosco nel quale, disponendo di lasciare in eredità al Vescovo di Belluno il contado di Zumelle, stabilì la divisione dalla Valmareno.
Frazioni e Localita
Incantevole paese situato lungo la Valle del Soligo e circondato da dolci colline coltivate a vite o coperte da castagni. Dalla scalinata della Chiesa è possibile dominare la valle compresa dalla strettoia di Tre Ponti e quella di Pedeguarda e puntare lo sguardo verso la giogaia dei Col Visentin e in particolare verso Col de Moi. Storicamente la nascita della borgata viene collocata qualche decennio prima del Mille, anche se il primo documento scritto in cui si accenna a Premaor è datato 1198 e dalla presenza, in epoca medioevale, di un'azienda agricola più grande rispetto ad altri possedimenti da cui si fa derivare l'origine del nome (da pratum maius). Il villaggio inizialmente era regola del Comune della Pieve di Comune di Miane, anche se notevoli erano le influenze dell'Abbazia di Follina, -mentre successivamente venne a far parte della contea di Valmareno.
Nel corso di questo secolo il fenomeno migratorio ha fortemente coinvolto anche Premaor e solamente in questi ultimi decenni lo sviluppo di una piccola e media industria molto attiva ha permesso di bloccare il flusso verso l'estero alla ricerca di un posto di lavoro.
Chi passa per il paese ha anche la possibilità di ristorarsi con piatti tipici della zona presso la trattoria Cason, mentre in occasione della festa del Patrono, un attivissimo Comitato Feste organizza delle speciali serate gastronomiche. Premaor è anche la sede della Comunità Vocazionale della Diocesi di Vittorio Veneto dove coloro che desiderano intraprendere un cammino vocazionale possono approfondire per un biennio la propria scelta.
Luoghi di interesse Miane
Struttura attuale eretta nel 1819 fu ampliata nel 1828 e nel 1896 mentre il campanile è datato 1840. E' situata nella valletta di Visnà a circa 600 m. s.l.m.
Nel santuario, dotato di numerosi quadretti votivi, si conserva un antico simulacro della Beata Vergine chiamata Madonna dei Pastori.
Questa Madonna col Bambino poggia sull'altar maggiore: ai piedi sono inginocchiati San Simone Stoch e Santa Teresa D'Avila, la riformatrice del Carmelo. Nell'affresco del cielo della chiesa è rappresentata la Madonna del Carmine con lo scapolare ed in atto di soccorrere le anime del Purgatorio.
Note
La chiesa del Carmine è citata in una mappa veneziana del 1683 e negli atti della visita pastorale del Vescovo Agazzi (1696) in cui si parla del romitorio del Carmine, costituito forse da una chiesuola e dall'abitazione del custode eremita.
La chiesa attuale venne eretta dalla pietà dei mianesi nel 1819 e fu consacrata nel 1924 dal Vescovo Monico. Fu in seguito ampliata nel 1828 e nel 1896 vi fu aggiunto il coro attuale.
Orari
Nel periodo estivo si celebra la SS. Messa domenicale.
Sentieri
Il sentiero inizia in piazza Brunelli a Combai e supera il Monumento agli Emigranti. Al quinto tornante, in prossimità del ristorante Castagno d'Oro, s'attraversa la provinciale continuando lungo una ripida mulattiera che porta al borgo medievale di Colmellere. Da qui si prosegue verso Casere Pardolin e poi verso Case Costolada; attraversando la valle del Pecol e continuando in direzione delle Prade si ritorna verso Combai accompagnati da stupendi esemplari di castagno.
Paesaggio Naturale
Boschi costituiti da castagno; la presenza di questa specie nelle Prealpi Trevigiane risale a molti secoli fa e già nel Medioevo i boschi di querce vennero sostituiti con i castagneti, il cui frutto andava a soddisfare le esigenze alimentari della popolazione in aumento. Il castagneto da frutto, dopo aver superato una crisi dovuta ad un fungo negli anni, è in rilancio e consente al visitatore una facile percorribilità e squarci paesaggistici di notevole interesse.
Approfondimenti
Il paese di Combai, citato nei documenti antichi come Combajo, prende origine dalle parole latine "culmen vallis". Interessanti da veere sono la chiesa di S. Stefano, l'ex Fabbriceria, Borgo Pedepiai e Borgo Brunelli. Combai è diventato meta di turisti grazie alla Festa dei Marroni, che viene organizzata da più di 50 anni dalla Pro Loco. Discorso a parte merita il Borgo di Colmellere; percorrendo la "strada de la fan" non si può non ricordare le donne che nella Prima Guerra Mondiale erano costrette a seguire questa via per un tozzo di pane.
Tappe del percorso
Combai q. 387 - Borgo Colmellere q. 454 - trada de la fan - C. Pardolin q. 418 - Case Costolada q. 696 - C.ae Prade q. 717
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 8 Km
dislivello: 330 m.
tempo medio di percorrenza: 3 ore
difficoltà: Facile
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Sentieri
L'itinerario parte da piazza Brunelli a Combai e scende verso Vergoman a Miane; in leggera salita verso le Serre e Duel (famosi per la produzione del Verdiso grazie ai versanti riparati, fertili e soleggiati), poi si ritorna a Combai lasciando a destra la chiesa-santuario di Ronch. Il percorso segue una strada asfaltata che porta attraverso il vecchio Borgo di Piedipiai alla chiesa di S. Stefano e di nuovo in piazza Brunelli.
Paesaggio Naturale
Lungo il tracciato si trovano vaste aree coltivate a vite che creano armonia con le superfici occupate dal castagno. I ripidi versanti collinari sono ricchi di vigneti che producono il Verdiso, vino dal colore giallo con sfumature verdoline, profumo intenso e sapore asprigno. Presenza di specie vegetali coltivate dall'uomo perché legate alla produzione agricola: meli, il cui frutto serviva alla produzione del "vin de pon"; gelsi, la cui foglia alimentava i bachi da seta; vimine, usato nei lavori artigianali. Piante di ciliegio, noce e quercia e arbusti di nocciolo, sambuco e corniolo.
Approfondimenti
Alla chiesa-santuario di Ronch, edificata negli anni 1830-40 e dedicata alla Madonna Addolorata, sono state apportate delle modifiche che l'hanno ingrandita. Secondo la tradizione ogni anno la terza domenica di settembre la Madonna viene portata in processione. In loc. Duel si trova la bella casa rurale Pieri, dove vivevano gli affittuari dei Conti Brandolini di Cison: da notare la presenza di un forno a legna per il pane e di una meridiana. In loc. Serre, zona portata alla coltivazione della vite, è edificata la Chiesetta di S. Micel (Michele), risalente al 1700.
Tappe del percorso
Combai q. 387 - Vergoman q. 290 - Serre q. 350 - Duel q. 360 - Coste q. 400 - Combai q. 387
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 7 Km
dislivello: 13 m.
tempo medio di percorrenza: 2 ore e mezzo
difficoltà: Facile
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Sentieri
Il percorso inizia da piazza Brunelli nel centro di Combai. Imboccando Via Trieste e superate le ultime abitazioni ci si avvia lungo una strada che porta alla presa dell'acquedotto comunale, dove inizia il sentiero. Dopo una casera diroccata il sentiero prosegue verso nord in salita, arrivando così alle Case Sciroccolo. Percorse due mulattiere s'imbocca una strada bianca che conduce alla malga "Residence dell'Amicizia" e al secondo tornante si trova un sentiero che supera il torrente fino alle C.re Faganello. Si prosegue su una mulattiera che porta ad una casera; da qui ci si inoltra lungo un altro sentiero, si attraversa un prato e si torna sulla strada asfaltata, proseguendo lungo una forestale in salita fino alla Sella a q. 1260.
Paesaggio Naturale
Intorno alle casere diroccate presenza del lampone, del rovo, dell'ortica, del sambuco, del faggio, del frassino, dell'acero di montagna, del larice, del noce e del ciliegio. Le chiome di questi alberi, oltre a fornire l'ombreggiamento, garantivano protezione durante le giornate ventose.
Approfondimenti
L'albero vicino a casa aveva altri scopi oltre a quelli citati sopra. Presso le popolazioni nordiche, tra cui Celti, Galli ed Anglosassoni, godeva di grande rispetto. Gli Scandinavi adoravano il frassino, simbolo della forza virile, usato per allontanare gli spiriti del male se bruciato; il succo delle foglie serviva per combattere il veleno delle serpi. In Siberia il larice formava un Bosco Sacro dove i cacciatori disponevano una freccia ciascuno. Il noce era di buon auspicio per le nozze e all'acero sono legate molte leggende.
Tappe del percorso
Combai q. 387 - Piazza Brunelli - loc. prade q. 700 - Casere q. 740 - Casere Sciroccolo q. 850 - Residence dell'Amicizia q. 1020 - Casere Faganello q. 1050 - Forcella q. 1256
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi
lunghezza: 6,5 Km
dislivello: 870 m.
tempo medio di percorrenza: 3 ore
difficoltà: Media
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking
Sentieri
L'itinerario collega il fondo della Val d'Agre con il tracciato che dalla valle del Carmine sale verso il M. Corno ed arriva alla Forcella della Fede. Si tratta di una mulattiera larga 2 m che permetteva di portare a valle fieno e legna da ardere. A q. 792 un bellissimo punto panoramico
Paesaggio Naturale
Un bosco ceduo di faggio sta ad indicare l'abbandono dell'attività selvicolturale. Nel fondo valle si trova un bosco di carpino nero.
Approfondimenti
Le ceppaie, con grossi polloni, testimoniano utilizzazioni avvenute in passato; oggi si potrebbe pensare ad una conversione a fustaia di tale popolamento. Casere Rizzi costituiscono un importante punto di riferimento nel corso della festa della montagna.
Tappe del percorso
Fondo della Val d'Agre q. 650 - incrocio 989 q. 930
DATI TECNICI
tipologia: Percorso ideale per passeggiate a piedi o per escursioni a cavallo e in bicicletta
lunghezza: 1,5 Km
dislivello: 280 m.
tempo medio di percorrenza: 30 minuti circa
difficoltà: Facile
periodo: Tutto l'anno
abbigliamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking, cannocchiale
Luoghi di interesse Campea
Situata di fronte alla chiesa, è da secoli dimora prima dei Conti Gera ed ora dei conti Bellati. Al suo interno si possono ammirare pregevoli opere ed arredi conservati pressoché intatti.
Cartina topografica del territorio comunale e 8 itinerari con descrizioni a tema per sentieri. Per tutti coloro che sono attratti dal fascino del silenzio e dei grandi orizzonti, a coloro che ancora apprezzano il valore dei ritmi lenti e senza tempo che la collina e la montagna impongono.